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PERFORMANCE

OneWomanClichéShow / Il II Sesso (il sogno) / La medesima ossessione: il corpo

OneWomanClichéShow – Ilenia Romano
Coreografia e danza: Ilenia Romano
Musiche: AAVV
Montaggio audio,costumi e luci: Ilenia Romano
Durata: 28 minuti
 
 
Cliché”: cruda e inesorabile etichetta di qualcosa collettivamente ritenuto banale, scontato, spesso fastidioso. Eppure lo stesso cliché nasce da visioni, costumi, atteggiamenti, norme etiche, pensieri, condivisi negli anni e nei secoli, nell’Arte come nella Vita di cui è specchio, e diventa vero e proprio archetipo nel momento della consapevolezza. Ciò che noi associamo ad approcci superficiali può avere in realtà radici profonde, spesso collocate proprio in noi stessi. Quanto è difficile sforzarsi di essere “originali”, quanto è difficile emanciparsi da regole di varia natura che antenati e artisti hanno iniettato con cura nel nostro DNA.
 
Cosa è OneWomanClichéShow?
 
E’ un primo tentativo di esorcizzazione dello stereotipo, attraverso una sorridente affermazione e accettazione dell’essere cliché vivente, del "sono e non vorrei", del "non sono e vorrei essere", del "vorrei ma non posso", del "devo ma non voglio eppure posso".
 
L’immagine primordiale o archetipo è una figura, sia che si tratti di un demone, di un uomo o di un processo che ripete se stesso nel corso della storia ogniqualvolta la fantasia creativa si manifesta pienamente. Essenzialmente, quindi, è una figura mitologica. Se sottoponiamo queste immagini ad un’indagine più attenta, scopriamo che sono i risultati espressi in formule derivanti da innumerevoli esperienze, tipiche dei nostri antenati. Sono, per così dire, il residuo psichico di innumerevoli esperienze dello stesso tipo (Jung, La psicologia analitica nei suoi rapporti con l’arte poetica, Londra 1928).
 
 
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Il II Sesso (il sogno) – Simona Miraglia
Coreografia: Simona Miraglia
Interpreti: Simona Miraglia, Alessandro Sollima
Montaggio musicale: Fernando Roldan Ferrer
 
Il corpo delle donne porta sulle spalle il peso di un archetipo antichissimo, che lo classifica secondo nella scala gerarchica dei sessi. Quanta ideologia, quanta prepotenza, quanta violenza è stata esercitata a partire da questa differenza? Fino a che punto può arrivare il possesso di un corpo? "Se non sei mia non sarai di nessuno". Il progetto è un nuovo frammento di uno studio coreografico sui nuovi confini del genere femminile che affronta in chiave ironica e surreale un tema drammatico e di attualità: il femminicidio. Ispirato all’eterna favola di una condizione sociale che si perde nella notte dei tempi, quella del genere femminile, lo studio è una riflessione su un’identità sociale che, per ragioni ataviche, fatica ancora oggi ad affermarsi in molte parti del mondo.
 
Uno spazio vuoto, vergine, senza tempo, una sorta di limbo. La dimensione del sogno segna il racconto di una favola antica, un passato che continua a galvanizzare il nostro presente depositandovi una memoria di immagini, gesti… una principessa chiusa in una torre sogna il suo principe azzurro, una radio segna il legame con il presente, il sogno prende la forma di un incubo! Una razionalità tragica e agghiacciante in una dimensione onirica.
 
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La medesima ossessione: il corpo – Stellario Di Blasi
Ideazione e Coreografia: Stellario Di Blasi
Musiche originali e improvvisate dal vivo: – Marco Saija
Interpreti: Stellario Di Blasi, Marco Saija
Nuova produzione: 2015
Costumi: Stellario Di Blasi
Luci: Sammy Torrisi
 
 
L’ossessione di un groviglio interno di sentimenti, una metamorfosi di emozioni e sensazioni che rivelano una percezione nei termini di un’umanità incompleta divisa tra la natura istintiva e divina. Forse è un processo interiore in cui è evidente un urgente bisogno di riconoscimento, ma anche la
necessaria trasformazione di parti di sé vissute senza un’accettazione unitaria. Un’anatomia mezza umana e mezza animale in grado di mordere, penetrare e succhiare, una chimera postmoderna fatta di feticci, protesi e carne. È l’immagine, costantemente cangiante, di un essere deportato in una dimensione atemporale ingabbiata fatta di ordine e disordine. È la disperata solitudine dell’uomo in un declino privo di speranza, la condizione dell’esistere come
essere abbandonato sulla terra e relegato dalla sua condizione originale. Sesso, lotta, violenza, solitudine e fede sono gli elementi che definiscono quest’uomo. Con la medesima ossessione di Francis Bacon e Michelangelo Buonarroti per un corpo virile e abitato, simbolo di una fragilità umana scissa tra il finito e il non finito, la pièce viaggia dentro e oltre il limite del non luogo: la nostra condizione moderna.