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Odisseo

il naufragio dell'accoglienza
4° tappa dal progetto re-mapping sicily
 
creazione per 8 danzatori e un soprano
 
coreografia e regia Roberto Zappalà
drammaturgia Nello Calabrò e Roberto Zappalà
musiche G.Bryars, P.Castrogiovanni, G.Mahler, A.Meeropol, C.Porter, M.Herbert, G. Prokofieff, E.Satie, W.A.Mozart, G.Rossini, C.Chaplin, G&I Gershwin, J.Dowland
schizzi, collages e decoupages musicali Puccio Castrogiovanni
pennelli e colle digitali Salvo Noto
danzatori Adriano Coletta, Lorenza Di Calogero, Samantha Franchini, Rumiko Otsuka,
Roberto Provenzano, Fernando Roldan Ferrer, Salvatore Romania, Antoine Roux-Briffaud
soprano Marianna Cappellani
voce di Franco Battiato per le letture di Lucrezio, Plutarco
luci e scene Roberto Zappalà
costumi Debora Privitera e Roberto Zappalà
realizzazione maschere Istvan Zimmermann/Plastikart Studio
assistente alle coreografie Daniela Bendini
foto Antonio Caia
 
 
una coproduzione compagnia zappalà danza , Scenario Pubblico performing arts
in collaborazione con Teatro Stabile di Catania, ArtEZ Arnhem (NL),
AME Associazione Musicale Etnea, uva grapes Catania contemporary Network
 
 
con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Regione Siciliana Ass.to del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo
 
 
un ringraziamento particolare a Franco Battiato
 
si ringrazia Fabrizio Villa per il materiale fotografico concesso in visione
 
 
 
Re-mapping sicily, il progetto di Roberto Zappalà, continua con “Odisseo”, un lavoro sull’emigrazione/immigrazione e sul rapporto che noi bianchi/occidentali abbiamo nei confronti del popolo migrante. Sia il viaggio di Ulisse che molte delle tragiche odissee del tempo presente si dislocano entrambi nella stessa mappa: il mediterraneo. Mediterraneo che vede la Sicilia al suo centro, e sempre la Sicilia è stata tra la massime produttrici di “materiale umano da esportazione” tra ‘800 e ‘900.
Odisseo/Ulisse era un migrante?
Un migrante di oggi è il nuovo Ulisse?
Con tutte le ovvie differenze, Ulisse è stato di sicuro, nel suo interminabile nostos, uno straniero che si doveva confrontare con l’etica dell’accoglienza. Era l’altro. E l’incontro/scontro con l’altro è la vera sfida del XXI secolo; perché l’altro, come dice Ryszard Kapuscinski, è “lo specchio nel quale ci guardiamo, o nel quale veniamo guardati: uno specchio che ci smaschera e ci denuda e del quale facciamo volentieri a meno”, e anche perché “tutti noi, abitanti del nostro pianeta,siamo altri rispetto ad altri.”
 
Con “ODISSEO” (iI naufragio dell’accoglienza) si cerca di ritrovare il cuore di un mondo e di un’avventura, che secondo Perec scaturisce dall’incontro di due parole: erranza e speranza.