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Barabba

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KRISTO O BARABBA? PERCHÈ SACRIFICARNE UNO?


di Antonio Tarantino | regia Teresa Ludovico | spazio scenico e luci Vincent Longuemare | con Michele Schiano di Cola | cura della produzione Sabrina Cocco | assistente alla regia Domenico Indiveri | produzione Teatri di Bar

Per la prima volta in scena un’opera composta nel 2010 da Antonio Tarantino e pubblicata nel 2021 dalla casa editrice Cue press. Come si legge nella prefazione di Andrea Porcheddu al testo “(…) come nei suoi drammi d’esordio, torna a dare nuova vita a un personaggio di ascendenza evangelica. Quasi integralmente in versi, in una lingua impietosa senza più privilegi di rango, dove si mescolano commedia e tragedia, il personaggio di Barabba incarna un teatro di emozioni in cui oscillano, come maschere appese a un filo, il nostro bisogno di salvezza, la nostalgia rabbiosa di un fondamento, di un’origine”.

L’opera fa parte di un ciclo che da tempo la regista Teresa Ludovico ha voluto dedicare al lavoro del Maestro. Del suo incontro con Tarantino, la stessa Ludovico scrive: “Nel 1982 ho visto lo spettacolo “Stabat Mater” di Antonio Tarantino, interpretato da Piera Degli Esposti, e sono rimasta folgorata da quel potente flusso di parole fatte di carne. Una scrittura magistrale che mi affascinava e mi intimoriva. Quando, qualche anno fa, Marco Martinelli ci propose uno studio per la messa in scena de “La casa di Ramallah”, ebbi un tuffo al cuore: ero eccitata dalla proposta e impaurita dalla verbosità della scrittura. Allora ho avvicinato il testo lentamente, cercando di assorbirlo ritmicamente e quando mi sono lasciata andare tutto è stato più semplice. Lo stesso è accaduto poi nella preparazione di “Namur”, “Cara Medea” e “Piccola Antigone”. Questi personaggi, spesso portatori di mitiche ferite, chiedono all’attore di essere incarnati così come si presentano: nudi e crudi, senza nessun giudizio. Frequentando negli anni il Maestro ho compreso la sua necessità di scorticare le belle parole per trovare la voce, magari rauca, di quella umanità che ha paura dell’altro, che si sente continuamente minacciata e che vive di doppiezza. Le storie di Tarantino si svolgono in interni, in spazi chiusi, ma sono sempre il riflesso del fuori e della Storia. Con leggerezza e ironia riesce a coinvolgere lo spettatore in temi di grande impegno sociale. Un teatro politico ?!”

Come per le opere precedenti, la mise en espace e le luci sono affidate alla maestria di Vincent Longuemare, che da tempo collabora con la Ludovico negli allestimenti prodotti da Teatri di Bari.