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NanoBox

anno 2023 durata 5'

NanoBox

progetti pensati per ScenarioFarm, a Farm Cultural Park (Favara AG)

Farm Cultural Park è uno straordinario  spazio  di aggregazione culturale che si è trasformato da luogo abbandonato a pulpito in continua e contagiosa propagazione. Sette piccole corti collegate tra loro ospitano una serie di piccoli palazzotti e nascondono alcuni piccoli ma meravigliosi giardini di matrice araba. Una programmazione culturale dirompente ha caratterizzato i primi quattro anni di vita di Farm Cultural Park. Ogni quattro mesi è possibile visitare nuove mostre temporanee, incontrare in residenze per artisti, partecipare a workshop e attività anche con giovani e bambini e tanto altro. In questo contesto si colloca ScenarioFarm, un luogo pensato da Scenario Pubblico e Roberto Zappalà e dedicato alla video danza, alle residenze dei video makers e alle performances live di piccolo formato. La Nanobox è dedicata alle nano performance, opere danzanti live in una versione one to one artista/spettatore. L’idea è quella di una vetrina hot come se ne vedono ad Amsterdam ma in vendita non è il corpo, ma l’arte della danzatrice/danzatore, in uno scambio diretto di bellezza. Pochi minuti circa cinque (replicabile), per un momento estremamente intenso e dedicato a un solo spettatore che diventa quindi parte della performance stessa.

Le opere realizzate da danzatori della CZD2 per il NanoFestival 2023

“Dire, fare, ballare, lettera, testamento”
performance ludico/interattiva
di e con BENEDETTA AGOSTINIS e REBECCA BENDINELLI
Dal Gioco alla performance: virgole si trasformano in ponti avverbiali che congiungono cinque percorsi differenti in un unico viaggio sensoriale che attiva ricordi, rievoca sensazioni passate, presenti e future. Una versione diversa da quella che ricordiamo in quanto frutto sia delle scelte prese *dagli abitanti della Nanobox* (spettatore e performer) sia della casualità.

MELANIA CAGGEGI “Corpo di carne o Corpo minerale?”

“Sento addosso tutto il peso di questa terra,
conto i segni sulla mia pelle,
particelle grigio scuro accarezzano
giunture, muscoli, ossa.
Sei tu natura o siamo natura insieme?
Ricercare di continuo il senso di possedere un corpo.”

PAOLA TOSTO “Dialogo in movimento”
La performance sfugge ai confini convenzionali, introducendo un dialogo tangibile reso
possibile da un filo rosso che collega i due protagonisti – lo spettatore e il danzatore – creando
una relazione fluida e dinamica che mette in discussione i loro ruoli tradizionali.

ALESSANDRA VERONA “No Sharing Disco”
No Sharing Disco è una performance in cui il danzatore, ascoltando musica ad alto
volume attraverso un paio di cuffie, si isola nel suo mondo, nella propria comfort zone, in una
danza personale condivisa parzialmente.Tramite l’assenza del suono, che verrà emesso
unicamente nelle cuffie del performer, lo spettatore, invitato in questo momento intimo, sarà
posto in una situazione ambigua: si sentirà parte di questa comfort zone oppure un visitatore
esterno?

ANDREA RACHELE BRUNO “Fritto Misto”
Fritto Misto, è una performance in cui il danzatore mescola diversi stili di movimento, in
un’addensansarsi di idee e suggestioni visive dal carattere quotidiano.
lo spettatore viene così coinvolto in una danza bulimica e confusionaria, proprio come un fritto
misto.

WALTER MAZZEI “Qualcosa che (non) ha senso”

“Qualcosa che (non) ha senso” è un piccolo studio so5o forma di performance site- specific, che parte da una riflessione, “esiste davvero qualcosa che ha senso di essere rappresentato e qualcosa che non lo ha? Tutto può essere definito arte se gli viene aggiunta la creatività umana, oppure no?” Mi sono posto questa domanda più volte e l’obbiettivo principale
è quello di capire se esistano argomenti di serie A e argomenti di serie B, e così, capire di
conseguenza, se nella vita come nell’arte ci siano strade predilette o meno. Tutto questo alla fine
può essere preso anche solo come un banale pretesto per fare “qualcosa che non ha senso”.