PROMETEO: ARCHITETTURA CATANIA / FURIA
PROMETEO: ARCHITETTURA – CATANIA
regia, coreografia Simona Bertozzi
musiche Susumo Yokota e altri
Performer: Marta Amato, Anna Bastone, Konstyantyn Hryhoryev, Chiara di Guardo, Martina di Prato, Paola Longhitano, Elisabetta Magistri, Damiano Scavo, Alessandro Pennisi
Il riferimento al Prometeo si proietta nella dimensione vertiginosa dellindagine coreografica di Simona Bertozzi inteso come ostinazione del darsi al gesto e al movimento per propugnare una forma inesausta di vitalità creativa.
La praxis prende vita in esercizi e attraversamenti dinamici in cui laccordo tra corpo, suono e spazio, è sostanza primaria e si traduce in dispositivi di movimento da far ricadere su presenze, corpi, anatomie diverse per età e provenienza. Il progetto Prometeo si articola per quadri coreografici con una propria composizione, segno coreografico e gruppo di interpreti e collaboratori. Prometeo: Architettura, quinto quadro del progetto, è struttura aperta e mobile che prende forma in un processo di ricerca, creazione e pratica, con la presenza di danzatori selezionati sul territorio. In Prometeo: Architettura Catania, frutto della residenza della Compagnia a Scenario Pubblico, la prospettiva del quadro coreografico è animata da 8 giovani danzatori siciliani alle prese con un habitat occupato dalla loro necessità di dare vita a immagini, proiezioni e strutture dazione. Micro narrazioni ambientali in cui la testimonianza dei corpi è quella di una specie in crescita e in accordo con la regole e i dettagli climatici in cui agisce, docile e ostinata.
FURIA
concept e direzione Davide Sportelli
performance Carolina Amoretti, Davide Sportelli,? Magdalena Wojcik
collaborazione nella fase di ricerca Marta Greco, Luigi Luna, Vanessa Cokaric
Una scena scarna, presenze silenziose che scandiscono tempi e distanze con dignità quasi ancestrale. E poi echi, apparizioni, trasformazioni graduali o improvvise.
FURIA è la stagione dei mutamenti. È il tempo in cui le idee i valori le immagini su cui poggiavamo non sono più struttura rassicurante ma laccio che avviluppa.
Il corpo cessa per un attimo di essere quel che è, perde la forma le dimensioni i confini abituali e si lascia attraversare da un impeto.
La grazia si fa burrasca, la parola si fa valanga e l’esitazione un cataclisma.
FURIA è il tempo in cui questo processo si rende visibile fin nelle sue manifestazioni meno chiassose, da ogni abbandono alla stasi a ogni emersione dell’estasi.
E siamo paesaggio vibrante, perfino musica forse.