Panopticon / NanoFestival – WEEK END 1
12 danze sorvegliate speciali
Ogni serata (venerdì, sabato e domenica) avrà due turni: il primo 19:30/20:30, il secondo 21:00/22:00
“Tempo” 3.1
Coreografie: Salvatore Romania e Laura Odierna
Danzatore: Salvatore Romania
Cos’è la libertà? Siamo in grado di comprenderla, di definirla, di spiegarla?
È facile darla per scontato se nessuno ce l’ha mai tolta. Più cerchiamo di razionalizzarla, più la
incateniamo e le creiamo rigidi confini.
Noi sogniamo la libertà, ma vogliamo la sicurezza. Allora come un pittore immortala uno splendido
paesaggio dentro una cornice, così tendiamo ad imprigionare la libertà nella disciplina.
Ma la libertà non è dogma, non ha certezze e non ne dà. Essa è possibilità, non obbligo. La libertà
contempla il dubbio, l’errore. La libertà è carica di slanci, e i suoi confini sono sottili, mobili. È un
virus dal quale ogni essere umano desidera essere contagiato.
Forse in questa sorta di libertà condizionata, che violentemente turba questo tempo, riusciamo a
percepirne l’essenza nella sua assenza.
Salvatore Romania e Laura Odierna
HyABc-20
Solo per interprete mascherato
Coreografie: Michele Abbondanza e Antonella Bertoni.
Danzatore: Ludovica Messina
Creato in laboratorio come il nome del figlio dell’imprenditore canadese Elon Musk (X Æ A-12),
la sigla è la nostra nuova formula chimico coreografica per la sopravvivenza del teatro in tempo
di pandemia. L’acronimo HyABc-20, è formato dagli idiomi del nuovo progetto artistico (Hyenas),
della nostra identità di gregge (AB) e da una pandemica allusione. Si pronuncia “ Aiebisituenti”
A peso morto
Coreografie: Carlo Massari
Danzatore: Carlo Massari
Una performance site-specific graffiante, una sorta di fotogramma di una periferia senza tempo e identità. I protagonisti sono comparse passive di una città che non riconoscono, di una periferia voluta, desiderata, ma sottratta a morsi nell’inutile e alquanto misteriosa nuova definizione di “Città Metropolitana”, che significa tutto e il suo contrario e che sprofonda nell’oblio… La città si “evolve”, si espande, dimenticandosi degli individui che hanno abitato le zone più marginali connotandole con i loro stessi tratti distintivi, con i dialetti, con le proprie memorie, le proprie rugosità. Corpi una volta protagonisti, ora pronti al crollo. Un microcosmo statico, stantio, rigonfio di vuotezza. La performance è uno studio open air sul vuoto della memoria perduta, sull’oblio delle cose andate. Che cosa resta? Corpi esanimi di eroi, re, caduti in disgrazia, malinconici e sognanti, in attesa di qualcuno che si accorga di loro ancora una volta.
A peso morto rappresenta la pietas contemporanea con una fisicità che alterna lunghi momenti di staticità a improvvisi cedimenti, dinamiche e antidinamiche, distorsioni, disadattamento, sviluppando una profonda indagine sui cambiamenti e le dinamiche sociali.
Line+
Con l’amichevole supporto di Steptext Dance Project
Coreografie: Mariko Koh
Danzatore: Mariko Koh
Musiche: Sinnerman by Nina Simone
Luci / Costumi : Mariko Koh
“Line +” è creato con l’idea di molte linee e anche confini. Faccio parte della terza generazione di quelli chiamati “Giapponesi Coreani”: fa riferimento a chi è nato e cresciuto in Giappone, ma le cui radici sono coreane. Sono nata con 2 nazioni, quindi ho un un confine già nel mio corpo. Vivo con 2 culture anche nel cibo che mangio e le festività che passo in famiglia. E dopo essere arrivata in Europa ho creato il mio confine fuori dal mio corpo, GERMANIA – GIAPPONE. Vivere lontano dal mio paese d’origine. Avere le radici di una famiglia di un paese diverso. Avere queste dentro e fuori di me. Può essere positivo “+”, ma può anche essere negativo “-”. Sentiresti comunque linee o confini nella vita di ogni giorno.”