Modem Flow 2016 (Zopf/Zappalàloop5)
In collaborazione con AME Associazione Musicale Etnea
Danzatori del Collettivo Modem AD 2015.16 Annalaura Ferrara, Annalisa Di Lanno, Carmen D’Auria, Chiara Leonardi, Cornelia Savva, Danilo Smedile, Floriana Basile, Francesca Caselli, Gaia Centamore, Gemma Baroetto, Luigi Luna, Magdalena Wojcik, Marika Antonelli, Meri Verruso, Morena Antonelli, Nina Baake, Silvia Oteri
Zopf – Suite Électronique
coreografia Enrico Musmeci
live electronics Marco Accardi e Giorgio Amodeo
Gli intrecci sono una forma ornamentale basata sulla ripetizione di motivi composti da curve intrecciate, più o meno complesse. Ugualmente complessi sono i profondi processi di métissage, che generano bellezza, confronto culturale e metamorfosi dell’identità collettiva.
La suite électronique nasce da una lettura contemporanea di alcune danze bachiane, al fine di mettere a confronto due approcci compositivi per creare un connubio di corpi e sonorità elettroniche. Questa creazione multidisciplinare mette l’accento sull’incontro/scontro di due linguaggi apparentemente divergenti – quello barocco e quello contemporaneo – al fine di creare paesaggi sonori inconsueti, attraverso nuovi ritmi, colori e forme espressive.
L’intreccio – ZOPF – è fonte d’ispirazione costante per sviluppare i temi musicali in quadri coreografici con una propria drammaturgia.
Questo progetto è nato dalla collaborazione tra il coreografo Enrico Musmeci, direttore pedagogico del percorso MoDem della Compagnia Danza Zappalà, e i musicisti Marco Accardi e Giorgio Amodeo del Dipartimento di Musica Elettronica (Conservatorio V. Bellini di Palermo), su invito del Maestro Emanuele Casale.
Zappalàloop 5
Coreografia Roberto Zappalà
Musiche Daniele Zappalà
Assistente Alain El Sakhawi
luci: Sammy Torrisi
Zappalàloop nasce come uno svago, una ricreazione nello spazio,
una superfice su cui giocare con i corpi, con la pratica dei segni e con il ritmo. La creazione è frutto della collaborazione, per la prima volta, di due Zappalà, Roberto e Daniele, fratelli. Daniele ha offerto il suo tempo per costruire ritmiche che, con il ripetersi delle performances, vengono alimentate di volta in volta con nuovi codici sonori (è per questo che le rappresentazioni riportano sempre una nuova numerazione, in questo caso 5). Dall’altra parte Roberto ha sperimentato l’effetto dell loop musicale sui corpi.
Così, nell’assemblare una serie di codici gestuali, si è costruita una geometria coreografica basata sulla ciclicità della composizione, scomposizione e ricomposizione.
Un test che va avanti da diversi anni e che per sua natura rimane sempre in fase di verifica e automatica evoluzione.
[Foto di Gian Maria Musarra]