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Romeo e Giulietta 1.1 (la sfocatura dei corpi)

anno 2016 durata 60'

rivisitazione del progetto la Sfocatura dei Corpi del 2006

prima assoluta 5 & 6 agosto Orizzonti Festival, Chiusi

Coreografia e regia: Roberto Zappalà
Musica: Pink Floyd, Elvis Presley, Luigi Tenco, José Altafini, Mirageman, John Cage,
Sergei Prokofiev
Interpreti Fernando Roldan Ferrer, Valeria Zampardi
Testi a cura di : Nello Calabrò | Luci e costumi Roberto Zappalà

Si ringrazia Simone Viola per i movimenti di danze da sala

Una produzione Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza Centro Nazionale di Produzione della Danza in coproduzione con Orizzonti Festival Fondazione
in collaborazione con “Le Mouvement Mons” Festival (Belgio)
con il sostegno di MIC Ministero della Cultura e Regione Siciliana Ass.to del Turismo, Sport e Spettacolo

Roberto Zappalà con questo lavoro da avvio al progetto Antologia, con cui intende recuperare i lavori più interessanti che hanno lasciato un segno nel tempo e nella costruzione della sua linea coreografica. Il progetto non ha soltanto il compito di “recuperare” e di “rivisitare”, ma anche quello di originare attraverso un nuovo “contatto” nuove visioni; dove anche il “semplice” cambiamento degli interpreti può fare da primo mobile per un diverso approccio alla creazione da parte del coreografo. Tutto ciò non solo determina una riflessione sul passato ma inevitabilmente porta a riflettere sul futuro.

“La sfocatura dei corpi” era il titolo del Romeo e Giulietta del 2006 che Roberto Zappalà riprende e riporta in scena come primo spettacolo di Antologia.
Una revisione che è anche e soprattutto un rinnovamento. Un romeo e giulietta 1.1

Cosa ci fa sentire sfocati, quando ci sentiamo sfocati? Tecnicamente, (in ottica, fotografia, cinema), la sfocatura è una questione di distanza. La distanza tra il centro focale dell’obiettivo e “l’oggetto” inquadrato; se questa distanza è inferiore o superiore ad una certa misura l’oggetto risulta, appunto, sfocato. Riportando tutto ai due amanti di Verona ci sentiamo sfocati quando “percepiamo” che la distanza tra noi e il mondo, tra noi e l’amato non è quella giusta; quando la distanza che ci separa dall’essere amato è condizionata dal proprio essere nel mondo; quando siamo, ci sentiamo, crediamo di essere, troppo vicini, o troppo lontani. Siamo tutti Romeo e Giulietta.

Nella versione 1.1 il coreografo ha spostato la propria messa a fuoco, concentrandola più che sulla coppia di innamorati, sulla loro individualità di esseri che vivono singolarmente un disagio soprattutto sociale. Nelle note vicissitudini scespiriane si arriva all’amore sublimato dalla morte (e viceversa), la versione 1.1 vuole riflettere e al contempo “ribellarsi” ad un tempo storico (oggi) dove la pulsione di morte è sublimata solo da se stessa e contrapporle passione e rispetto nei confronti della vita.

Una riproposizione di Romeo e Giulietta che non vuole “parlare” d’amore ma essere un atto d’amore verso la vita.

“…Bastano solo i due innamorati a tracciare e sintetizzare la celebre storia d’amore attraverso i loro corpi vibranti, morbidi e tesi, ansimanti e impetuosi nel loro avvinghiarsi, distanziarsi e ricongiungersi…” Giuseppe Distefano, Danza&Danza

“…Ciò che maggiormente caratterizza questa nuova versione – è appunto – questa sfocatura, realizzata non come elemento scenico, atmosfera vaga e nebbiosa, oggetto o situazione esterni alla relazione, bensì, in una scena spoglia e al contempo nitidissima, come cifra interna della danza, partitura segreta eppure vitale della relazione tra personaggi, tra danzatori e con il pubblico…”

Paolo Randazzo, Rumorscena

…”Di lì a poco, è “matrimonio” che è pura poesia di corpi, bisognerebbe che squadre di sedicenti cineasti lo vedessero all’infinito, per contrappasso. Corpi come anelli nuziali, che si fondono: sono, in sedicesimo, una vita intera, Maud e Antoine, giovani e “saputi” perciò drammaticamente credibili.”
Carmelita Celi, La Sicilia

“…siamo in un certo modo anche noi pubblico sfuocato e loro altrettanto ai nostri occhi, è questo lo spaesamento, il dubbio che lascia questa visione, che è allo stesso modo piacevole e sorprendente. Il lavoro di Zappalà Romeo e Giulietta 1.1 mostra una ricerca sulla danza e sul movimento molto interessante, decisamente in chiave contemporanea, che ha in sé il classico e la fuoriuscita verso un altrove che è gesto quotidiano fatto di elaborazioni e impulsi, reso raffinato e propriamente estetico, ovvero riconoscibile come danza d’arte.” Valentino Bettega, Bologna Teatri

“…Lo spettatore è condotto a guardare entrambi, gli occhi devono andare verso le loro scie opposte, sono tanto discosti quanto combinati nei movimenti, connessi in ogni sentimento in scena. Alimentano in chi li osserva il desiderio di una congiunzione che raramente accade…”
Egle Zapparata, Perinsala Teatro

“…Il contrasto è un’immagine efficace che fa viaggiare la mente dello spettatore verso la sorpresa cromatica di un incontro preannunciato. Sono Romeo e Giulietta, si ameranno, moriranno, la storia è nota ma non sono altrettanto scontate le modalità del racconto di Zappalà che costruisce invece nuove trame e prospettive …” Monica de Murtas, Nuova Sardegna

“…Così, il movimento dei danzatori è a tratti speculare e parallelo senza poter incontrarsi, ogni abbraccio perso per un soffio, il desiderio sempre in tensione verso un contatto che sancisce anche l’impossibilità di esserci fino in fondo. Come succede nell’ultima, struggente sequenza finale, che è insieme amplesso, lotta per la sopravvivenza, volontà di controllo o di sopraffazione dell’altro…”

Sarah Curati, Paper Street

“…Romeo e Giulietta 1.1 di Roberto Zappalà è la coreografia della leggerezza, della tenerezza e della forza di mescolarsi per andare oltre il proprio corpo, essere uno ed essere due, restare io e te e diventare

noi….L’importanza del lavoro diretto da Roberto Zappalà è nella dolcezza del tratto, un pastello fatto con i colori della terra, con cose vere che puoi toccare. Una partitura arcobaleno che Gaetano Montecasino e Valeria Zampardi interpretano con una misura umana, concreta, quasi quotidiana, sfiorando il magico, etereo, infinito di Maud de la Purification e Antoine Roux-Briffaud….”

Matteo Brighenti, Paneacquaculture

“…Per loro Zappalà, con un preciso senso del ritmo, e una forte teatralità che non lascia spazio a tempi morti, ha concepito una danza fortemente sensuale e fisica con venature acrobatiche in una lunga sequenza di corteggiamento che si conclude con slanci e finalmente delle prese al volo…”
Sergio Trombetta, La Stampa