romeo e giulietta (la Sfocatura dei Corpi)
Coreografia e regia
Roberto Zappalàcon un allestimento scenico suggestivo e le musiche dal “Romeo e Giulietta” di S.Prokofieff, oltreché di J.Cage e dei Pink Floyd, il coreografo esplora il concetto di “sfocatura” attraverso una rilettura emozionale della tragica storia d’amore e morte di Giulietta e Romeo.
Cosa ci fa sentire sfocati, quando ci sentiamo sfocati?
Tecnicamente, (in ottica, fotografia, cinema), la sfocatura è una questione di distanza. La distanza tra il centro focale dell’obiettivo e “l’oggetto” inquadrato; se questa distanza è inferiore o superiore ad una certa misura l’oggetto risulta, appunto, sfocato. Riportando tutto all’uomo, e alle domande iniziali, la risposta potrebbe essere la stessa. Ci sentiamo sfocati quando “percepiamo” che la distanza tra noi e il mondo non è quella giusta; quando la misura che ci separa dal mondo, dagli altri, non è corretta, quando siamo, ci sentiamo, troppo vicini, o troppo lontani. E da qui l’allusione a Romeo e Giulietta, quale simbolo/emblema riconosciuto di disagio sociale.
“….Poesia e crudeltà strabilianti. Wei Meng Poon e Daniela Bendini – talentosi al punto da non farsene accorgere neppure – arrivano ad essere Romeo e Giulietta ma in una simbiosi mai prevedibile, nonostante le note del mitico balletto di Prokofiev che, lui pure, riesce quasi a giungerti inatteso, come uno sparo. E inattesa appare l’«indulgenza» ad un moderno senza tempo e insofferente di categorie e percorsi già segnati. I «danzattori» si misurano in amplessi violenti e purissimi, l’incontro-scontro è più terragno del consueto. Ed il finale chiude in apertura, su corpi straziati dal calore dell’amore e ricomposti nel gelo della morte-vita…”
Carmelita Celi, la Sicilia
“..L’intuizione è potente, come potente è la danza e il ritmo che accompagna la pièce costruita come un fluire incessante di movimento che, con originalità, trova soluzioni sempre diverse nelle prese, nelle sospensioni, negli scatti e nelle riprese, negli allungamenti degli arti. ..ma la forza dello spettacolo è nell’emozione che i due ‘amanti’ trasmettono nella loro lotta di resistenza al mondo così profondamente visibile nel passo a due che prelude alla fine in cui i loro corpi, saldamente attorcigliati, non perdono mai il contatto persino negli intricati rotolamenti. Ma nonostante la loro forza di coppia, il mondo avrà il sopravvento. Periranno, liberati finalmente da quell’”‘esterno” che non li aveva percepiti nella loro autenticità.”
Maria Luisa Buzzi, Danza&Danza