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Lava Bubbles

anno 2015 durata 60'

site-specific dal progetto “Nella città, la danza” di Nello Calabrò e Roberto Zappalà

prima assoluta 24|25 luglio 2015  Piazza Università, Catania
per il I ART: il Polo Diffuso per le Identità e l’Arte Contemporanea in Sicilia

concept, direzione, coreografia e regia Roberto Zappalà
interpretazione e collaborazione alla costruzione Maud de la Purification, Filippo Domini, Alain El Sakhawi, Marco Mantovani, Sonia Mingo, Gaetano Montecasino, Gioia Maria Morisco Castelli, Adriano Popolo Rubbio, Fernando Roldan Ferrer,?Claudia Rossi Valli, Ariane Roustan, Valeria Zampardi
alle batterie:Francesco Cusa, Bernardo Guerra
interventi a cura di: Enrico Pitozzi, Stefano Tomassini, Michele Trimarchi
Costumi Debora Privitera
direzione tecnica Sammy Torrisi
ingegnere del suono Gaetano Leonardi

produzione Compagnia Zappalà Danza / Scenario Pubblico international choreographic centre Sicily
per I ART – Il Polo Diffuso per le Identità e l’Arte Contemporanea in Sicilia

“Nella città, la danza” è una nuova idea progettuale di Roberto Zappalà.
Le creazioni e il progetto che la inglobano intendendono portare l’attenzione in maniera forte sul rapporto tra la performance e il territorio che la riguarda. E se il titolo dell’intero progetto “Nella città, la danza” indica in maniera chiara un rapporto inestricabile tra una forma artistica e il luogo dove questa si svolge, tra i corpi dei danzatori e il corpo della città, il titolo delle singole creazioni indicherà le specificità e le suggestioni della città “palcoscenico”.
Per Catania la creazione pensata appositamente è “LAVA BUBBLES”. Bolle di lava che oltre ad evocare, ovviamente, l’Etna, sono in questo caso la metafora di un magma, un ribollio incessante, di uno scorrere e scoppiare, ma anche di uno straordinario senso di rinascita che questa città esprime quotidianamente.
Nello spettacolo, si intende far “reagire” la performance con il territorio che la ospita. La città, il suo territorio, la sua storia, la sua cultura e soprattutto le persone che la abitano e la vivono, diventano contenitore e contenuto. I corpi e le performance dei danzatori si inscrivono in uno scenario architettonico determinato, la cui consistenza è tale da diventare parte integrante dello spettacolo. L’ambizione è, da una parte, quella di scoprire, e cercare, come la danza, con le sue performance e il lavoro sul corpo del danzatore possa agire e fare presa anche sul corpo sociale della città, e dall’altra, di proporre attraverso il linguaggio scenico quasi un saggio di antropologia sociale. Nel rapporto con la danza da parte degli spettatori, i corpi e i gesti della quotidianità, nelle sue stratificazioni e differenze culturali, economiche e sociali, daranno origine a tutti quei contrasti, cortocircuiti, paradossi e imprevedibilità che tutti insieme costituiscono il ritratto di una città.
“Lava Bubbles”, spettacolo con 12 danzatori e 2 percussionisti dal vivo, (strutturato quasi come un happening che si accorda con il fluire quotidiano della gente nella piazza), prevede, alla fine della performance, degli interventi di esperti, operatori e storici della danza sul tema dell’esilio in rapporto alle residenze artistiche viste come possibilità/necessità di sviluppo e/o di “ingombro” nel loro rapporto con un determinato territorio. Gli interventi di circa cinque minuti ciascuno, strutturati come piccole performance seguiranno senza soluzione di continuità la danza e faranno al contempo da cerniera con la performance che verrà ripetuta più volte.

foto Serena Nicoletti