fbpx

INSTRUMENT JAM

anno 2017 durata 70'

coreografie e regia Roberto Zappalà
musica originale (dal vivo) Puccio Castrogiovanni
danzatori Adriano Coletta, Roberto Provenzano, Antoine Roux-Briffaud,
Fernando Roldan Ferrer, Salvatore Romania, Joel Walsham, Erik Zarcone
ai marranzani (scacciapensieri) Puccio Castrogiovanni
percussioni  Arnaldo Vacca
hang salvo Farruggio

testi di Nello Calabrò
luci, scene e costumi Roberto Zappalà

una coproduzione Scenario Pubblico/ Compagnia Zappalà Danza – Centro Nazionale di Produzione della Danza

prima assoluta 1 marzo 2018 Théatre National Tunisien di Tunisi, per Italia, Culture, Mediterraneo, la rassegna di eventi MAECI – Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – sostenuta dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo

la compagnia zappalà danza è sostenuta da
Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Regione Siciliana Ass.to del Turismo, Sport e Spettacolo

Instrument Jam è lo spettacolo che va ad aggregare tutti gli strumenti del progetto Instruments diRoberto Zappalà, che è stato sviluppato dal coreografo nell’arco di più anni in tre tappe consecutive, dedicate a tre diversi strumenti: il marranzano (o scacciapensieri per Instrument 1 <scoprire l’invisibile>), l’hang (per Instrument 2- la sofferenza del corpo-), i tamburi (per Instrument 3: cage sculpture). Un desiderio che Roberto Zappalà aveva sin dall’inizio del progetto ma che si concretizza adesso alla soglia delle 100 rappresentazioni di Instrument 1, lo spettacolo della compagnia che ha maggiormente circuitato nel mondo e che compie 10 anni dalla creazione.

Ed è proprio sull’impianto coreografico di Instrument 1 che si sviluppa Instrument Jam. In questo caso il virtuoso di marranzani Puccio Castrogiovanni viene affiancato da altri due straordinari musicisti, Arnaldo Vacca ai tamburi e Salvo Farruggio all’hang. La partitura di Instrument 1 viene così articolata su più voci per la scoperta di ritmi e sonorità innovativi e di grande impatto.

Amplificare e arricchire la strumentazione della partitura musicale della creazione non può che influire sulla partitura coreografica, che pur non discostandosi sostanzialmente da quella originale si arricchisce e si “amplifica” a sua volta. Gli echi musicali dei nuovi strumenti si riverberano sulla danza creando nuove suggestioni e risonanze; echi che sviluppano e producono altri echi.

In scena insieme ai musicisti i sette danzatori della Compagnia Zappalà Danza, tutti uomini, che interpretano con vigore e arroganza una Sicilia senza confini, dove la tradizione e il moderno si incontrano, si incrociano, si fondono.

Con Instrument I Roberto Zappalà ha anche avviato re – mapping sicily, un percorso intrapreso dal coreografo al fine di rileggere la Sicilia attraverso il suo linguaggio scenico.

Ogni viaggio degno di questo nome è legato ad una mappa; che si segua prima della partenza o che si disegni al ritorno, la mappa è sempre un viaggio.
Si può viaggiare anche attraverso i concetti, i luoghi comuni, gli stereotipi, le credenze, le abitudini di un luogo le cui mappe sono logorate per il troppo uso ed è urgente approntarne di nuove.

Borges insegna che la mappa non è il territorio, a maggior ragione se il territorio in questione è la Sicilia, perché, Bufalino docet, la Sicilia non esiste, ci sono cento Sicilie e ognuna avrebbe bisogno di altrettante interpretazioni. Per interpretare servono gli strumenti e lo spettacolo si fa carico, nel senso letterale e metaforico, di tre di questi, due tipici della tradizione siciliana, il marranzano e il tamburo a cornice, e un terzo esterno a questa tradizione e anche moderno essendo stato inventato nel 2000, l’hang, per farne appunto strumenti d’interpretazione, per aprire strade e percorsi che la danza ci propone in maniera dolce e oscura.

Ogni strumento è anche una protesi, e le protesi marranzano, tamburo, hang, servono a pescare nel “mare” Sicilia e a trovare interpretazioni, narrazioni, pensieri.
Un altro nome popolare di uno di questi strumenti, il marranzano è scacciapensieri, contrariamente alla danza dello spettacolo che ha l’ambizione alta, com’è giusto che sia, non di scacciarli, ma di farli venire.