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Instrument 2 -la sofferenza del corpo

anno 2008 durata 50'

coreografie e regia  Roberto Zappalà
musica originale (eseguita dal vivo) Laura Inserra
interpretazione e collaborazione Michal Mualem
testi Nello calabrò
video compositing Federico Baronello /MEDIATANK

foto Gianmaria Musarra

una coproduzione compagnia zappalà danza – Scenario Pubblico – uva grapes Catania contemporary dance festival
prima assoluta 18/19/25/26 agosto 2008 uva grapes Catania contemporary dance festival

Lavoro che si inserisce nel pecorso Instruments, che parte dalla ricerca del movimento legato all’utilizzo di strumenti particolari, dopo il marranzano in questo caso verrà esplorato l’hang, strumento svizzero di recente concepimento. Instrument 2 , un solo realizzato da Roberto Zappalà con la straordinaria danzatrice e coreografa Michal Mualem, è anche parte del progetto “re-mapping sicily“, con il quale Zappalà si dedica ad una rilettura della Sicilia con il suo linguaggio scenico. E difatti questa coreografia è un primo passo verso la prossima creazione del coreografo prevista per il 2009, “A. semu tutti devoti tutti“, un lavoro che si sofferma sulla figura di S.Agata, patrona di Catania, per sviluppare tematiche quali la religiosità popolare o l’essere siciliano.

Dopo il marranzano che si faceva portatore di suoni non folcloristici per svelare un’immagine non folcloristica della Sicilia, in Instrument 1, i contrasti e le opposizioni sono ancora al centro di Instrument 2. ( Seconda tappa del percorso re-mapping sicily ). Contrasto/opposizione tra la “celestialità” di un suono e di uno strumento musicale, in questo caso lo svizzero Hang, e il corpo danzante della ballerina. Evocando la figura di Agata, bambina/donna, martire e santa, la danza agisce sulla disarticolazione ed il dolore del corpo femminile spezzato, lacerato, martirizzato, ma sempre invocato. Un corpo che si fa specchio di sofferenze altre ed ulteriori dove gli spasimi possono anche essere delle suppliche, perché nel dolore estremo, a volte, può capitare che i confini tra preghiera e bestemmia, invocazione e rifiuto, si annullino. Nello Calabrò